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venerdì 20 febbraio 2015

Intervista con: Tommaso Dick e Mose' Pettorossi dei Rhinos Milano

 

1. Cosa ti ha spinto a scegliere questo tipo di sport?

Tommaso Dick: Bhe diciamo che mi hanno convinto 2 miei amici ad iniziare a giocare a football,era già da un po' avevo intenzione di provare uno sport diverso dal solito calcio,da quel momento in poi il football è entrato nella mia vita

Mosè Pettorossi: Ho iniziato a praticare questo sport grazie a mio zio, mi ci ha portato lui seguendo la sua passione.


2. Quanto tempo ti occupa l'allenamento e a che età hai iniziato?



Tommaso Dick: Per giocare a football occorre essere fisicamente molto allenati,è uno sport che richiede(soprattutto nel mio ruolo) grande esplosivitá e forza,quindi bisogna allenarsi anche in palestra,diciamo che su 7 giorni io mi alleno 6(2/3 giorni in campo,3/4 in palesta a seconda di quanti allenamenti si svolgono durante la settimana)
Ho iniziato a giocare a football nell'estate del 2010,avevo 17 anni.
 
Mosè Pettorossi: Mi alleno circa 3 ore al giorno tra palestra e allenamenti in campo e ho iniziato a 18 anni.

3. In che modo lo sport ti ha aiutato nella crescita personale?



Tommaso Dick: Il football mi ha aiutato a mitigare il mio carattere scontroso,rendendomi più disponibile a lavorare con gli altro.
Mi ha anche aiutato a trovare la determinazione di affrontare la giornata.

Mosè Pettorossi: Pensandoci bene forse nella metodica e nel confrontarmi con i miei compagni



4. Se fossi un giocatore professionista chi vorresti essere?

Tommaso Dick: JJ Watt...uno dei migliori DE della NFL

Mosè Pettorossi: Onestamente non saprei non seguo i pro, forse una safety tipo Dawkins


5. Quali consigli daresti ad un ragazzo alle prime armi con il football americano?

Tommaso Dick: Cosa direi ad un ragazzino che ha appena iniziato? Gli farei capire quanto è meraviglioso lo sport che ha scelto e di quanti sacrifici necessita,gli direi di godersi gli anni delle giovanili che sono i più formativi e divertenti,e che sono quelli che ti lasciano i ricordi più belli,gli direi di allenarsi seriamente e con costanza perché chiunque con l'allenamento può arrivare a giocare in IFL.

Mosè Pettorossi: Sicuramente gli direi di impegnarsi al massimo sia in campo che fuori e di lottare sempre per la vittoria, di lottare per la tua squadra i tuoi compagni che in campo sono come fratelli. In questo sport imparerà dei valori che gli serviranno anche nella vita.





Qui di seguito vi lasciamo il link della loro pagina Facebook: https://www.facebook.com/rhinosmilano?ref=ts&fref=ts

E del loro sito internet: www.rhinos.it






martedì 17 febbraio 2015

Da Colorado, un Uomo di Peso che si racconta: Max Pieroboni

                

1) Partiamo dal passato, dalla tua infanzia, una domanda che potrebbe essere banale ma molto curiosa. Da bambino che lavoro sognavi di fare? Che lavori hai svolto nella tua vita, magari con qualche aneddoto simpatico da raccontare, ed a quanti anni hai capito che fare ridere gli altri sarebbe diventato il tuo mestiere?

Da piccolo sognavo di diventare uno sportivo, un allevatore di cani, crescendo e risultando un po' pazzo e folle nelle mie trovate, il mio desiderio era fortemente di diventare un comico. Nella mia vita ho fatto 3 lavori importanti, l'impiegato, il venditore e nuovamente l'impiegato e nella vendita però che davo il mio meglio e mi divertivo avendo anche successo per il mio modo di fare con la gente. Ho lavorato 24 anni all'aeroporto, ambiente difficile per le molteplici personalità incontrate e per la triste mentalità dei grandi posti di lavoro dove sembra tutto uno scarica barile uno con l'altro.

2) Dal 2008 fai parte del cast di Colorado ed in precedenza hai lavorato, e tutt'ora lo fai, con un grande Maestro, Renato Converso. Che ruolo ha avuto nella tua carriera?È lui il tuo punto di arrivo o ci sono altri idoli e personaggi ai quali ti sei ispirato ed ambisci?

Renato Converso è stato il mio guru, la persona che mi ha dato la marcia in più, la persona che ha fatto vivere la mia mimica, è stato straordinario incontrarlo e ad oggi gli voglio bene come un padre, un padre folle e scatenato. 
La mia vita è già un sogno così, non lo dico per retorica, sino a 10 anni fa chiedevo gli autografi a personalità con cui ora divido il palco. La mia vita è una favola in quanto non ho avuto la fortuna e il tempo di partecipare a scuole o accademie, tutto quello che avete sino ad ora  visto è nato dalla mia fantasia e dal mio cimentarmi.
Dove andrò a finire nn lo so, so solo che continua il mio impegno per migliorarmi e imparare ma non ho mire di presentare SanRemo o altro,  sto con i piedi per terra, il tempo, la fortuna ed altri fattori tracceranno la strada.


3)Passiamo ad una domanda interiore molte personale, alla quale sarai libero di aprirti se vorrai o potrai anche solo farci arrivare un cenno di come è la vera vita di un comico. Da molte parti leggiamo che i comici nella loro vita privata, tendono ad essere diametralmente opposti, cioè chiusi e molto seri. Guardando le tue pagine dei social, questo non sembra essere il tuo caso, ma ti ci ritrovi o comunque sono solo dicerie o può capitare realmente una tale trasformazione?

L'essere diversi da come si appare credo sia normale, non siamo eterni clown o bambinoni, pertanto la gente deve avere l'intelligenza di nom chiederci l'autografo al funerale o di fargli la vocina di Jason mentre sono a pranzo al ristorante con i miei o ad una cresima, se in quel contesto non si vuole rispettare la nostra privacy allora non siamo strani noi, ma umani!!!
Per quanto riguarda le mie pagine dei  social ho capito PURTROPPO che la gente e gli amici (o conoscenti) leggono e strumentalizzano a loro modo quello che pubblichi. Circa un anno fa' dopo aver messo delle frasi che mi venivano dal cuore ed alimentate dalla delusione di alcune persone, sono stato avvicinato da amici che avevano letto in quelle parole un mio momento di cattiveria, irritazione e depressione ... ( ERO SOLO INCAZZATO COME PUO' ESSERE UNA PERSONA NORMALE) e da quel momento ho deciso di pubblicare solo cose frivole o che fanno ridere, tanto alla gente non importa cosa pensi, anzi ribalta e strumentalizza il tutto. A volte basta un MI PIACE, su facebook, messo in condizioni strane che da addito di partire con il cervello con film tutt'altro che nella nostra intenzione. Sono stufo di questo e pertanto sui social pubblico solo cavolate e sciocchezze, il mio cuore chi vuole lo puo' conoscere dal vivo.

4)Ti piacerebbe lavorare sul grande schermo e cimentarti in qualche film o esperienza del genere?

Mi piacerebbe tanto lavorare nel mondo del cinema ma le dinamiche in Italia sono strane .... ripeto il caso, la fortuna e gli eventi decideranno per me.

5)Ora l'aspetto sociale e morale dell'intervista. Come e quanto hanno influito il peso e l'aspetto fisico nella tua carriera?e nella tua vita privata? comprese le problematiche nell'abbigliamento.


Non sono sempre stato colosso come ora, a 21 anni ero 1.90 per 85 kg, giocavo a basket, calcetto e kickboxing e grazie ad un bruttissimo infortunio al ginocchio sinistro, dopo 4 operazioni persisteva un problema di lesione della cartilagine, ho chiuso con ogni tipo di sport.
Spesso ci piango, si avete letto bene ci piango perchè vorrei poter fare almeno la mia partita con i colleghi di Colorado, giocare a calcetto, ma tutto questo e' impossibile ormai e ne ho sofferto molto.
Ho dovuto giocarci nell'ambito dello spettacolo con il mio fisico e pertanto sono costretto a ridicolizzare il miei personaggi, ma senza alcun problema o pentimento, scherzo contro la sorte.
L'abbigliamento e' un tasto dolente, spesso vedo vestiti bellissimi ma nn trovo la taglia (4xl).


6)Cosa ti senti di dire e consigliare ai ragazzi e agli uomini di peso che non accettano il loro fisico e si demoralizzano? E cosa invece vorresti dire a tutte quelle persone che in un modo o nell'altro ci discriminano e/o fanno del bullismo verso coetanei ed adolescenti?

Mi sento di dire che non accettarsi e' sbagliato anche se non e' facile. Bisogna volersi bene e volersi bene non e' voler trasformarsi o altro ma volersi bene nell'alimentazione, se e' pur vero che non diventero' 80 kg da 135, e' anche vero che devo volermi bene a non lasciarmi andare ed arrivare a 150kg. Spesso vedo ragazzi, uomini ai McDonald’s o ai ristoranti, grossi e robusti come me che ridono e scherzano con gli amici facendosi veder mangiare tantissimo a mo' di gioco, di sfida. Si gioca con la vita? È la cosa più stupida che una persona può  fare. Siamo grossi si, ma con il cervello dove si puo' dire di NO, facciamolo, non siamo fenomeni da baraccone, la pelle e la salute è la nostra non di quelli che ci stuzzicano a mangiare.
Il bullismo va denunciato ad alta voce, va denunciato, va punito subito e insieme agli altri, se uno è un bullo tutti devono saperlo e devono combattere quel soggetto insieme, vanno isolati e puniti, non prendiamoci in giro con il buonismo, loro non ne hanno.

                          

Grazie Max! Ti vogliamo ringraziare anche qui per la tua grande gentilezza, simpatia e disponibilità.

Qui di seguito trovate il suo sito con info ed eventi: www.maxpieroboni.it


domenica 15 febbraio 2015

Intervista con: Gianluigi "Gigio" Rosati dei Dolphins Ancona

           

1. Cosa ti ha spinto a scegliere questo tipo di sport?




Veramente più che qualcosa che mi ha spinto a scegliere il football, il football ha scelto me. Il mio approccio a questo sport che non conoscevo è avvenuto per caso, accompagnando un amico ai suoi allenamenti, nella fattispecie si trattava del buon Alessandro Tanassi di “We Play for pizza”. Mi chiese se volevo fare una prova e non mi fermai più! Era l'agosto del '95 e ci si preparava per disputare il campionato nazionale under 21, Io venivo dal tae kwon do, che praticavo anche ad un certo livello, ma non so, forse perché venivo da uno sport individuale, venni completamente rapito dallo spogliatoio e dallo spirito di fratellanza che solo il football può manifestare in modo così forte e struggente. All'inizio ricordo che per motivi legati alla certificazione medica dovetti saltare la prima partita. Fu abbastanza dura incrinare gli equilibri che si erano stabiliti ma con non pochi sacrifici riuscì a guadagnarmi la posizione di titolare.

2. Quanto tempo ti occupa l'allenamento e a che età hai iniziato?

La mia esperienza con il football è iniziata a 19 anni e si è protratta per parecchio tempo: quest'anno sarà il mio 19° campionato di prima squadra oltre ad altri 4 disputati con la giovanile (a uno riuscì a prendere parte come uno dei due fuori quota ammissibili). L'allenamento durante la stagione agonistica è totale, nel senso che al di là dei 3 giorni in cui ci si allena con la squadra e il giorno della partita vanno valutate sia le sessioni di allenamento in palestra sia l'impegno e l'attenzione alla propria alimentazione. Nei periodi al di fuori del campionato in ogni caso è sempre buona norma continuare a mantenere un stato di preparazione sufficiente.

3. In che modo lo sport ti ha aiutato nella crescita personale?



Il nostro è uno sport fatto di sacrifici e questo è importante nella vita: ti insegna a non mollare mai, a dare il meglio di te. E' anche vero che è uno sport corale, in cui ognuno deve fare il meglio per se e per gli altri, in nome della squadra, che è il bene superiore.  Per questo il football è perfetto anche per insegnare lo spirito di sacrificio nei confronti degli altri: per far si che si possa fare touchdown, o perché si possa evitare di subirlo, c'è infatti bisogno di tutti. In Italia, dove la cultura sportiva è pesantemente condizionata da quella calcistica, questo concetto è difficilmente spiegabile. Se un profano osservasse una partita di football, a seguito di un passaggio in touchdown, direbbe di sicuro che qb e ricevitore siano stati fenomenali. Un giocatore o un appassionato di football americano sa che quel touchdown è frutto di un lavoro corale, che parte dagli allenamenti, e coinvolge gli uomini di linea, gli altri ricevitori e i vari bloccatori, il coaching staff e i ragazzi della panchina, che si allenano con te per far si che la squadra possa ottenere la vittoria. Il football in poche parole è scuola di vita!

4. Se fossi un giocatore professionista chi vorresti essere?



Allora, il mio giocatore preferito di tutti i tempi è Ken Norton Junior, LB dei 49ers! Altro giocatore che ho ammirato tantissimo è stato Lewis dei Ravens (che tra l'altro indossava il mio stesso numero di gioco!) ma, al di là dei nomi, sono sempre per mia natura molto affezionato ai giocatori senza volto. Mi spiego. Ci sono ruoli nel football americano che non finiscono nelle statistiche, a meno che non si sia fatto qualcosa di sbagliato: è il caso degli offensive lineman, quei ragazzoni che per tutto il tempo si danno delle gran botte per permettere al gioco di svilupparsi ma che, spesso, vengono dati per scontati. Beh, quei ragazzoni sono la vera anima del football: se si vince si corre dietro al qb per intervistarlo, se si perde a finire sotto la lampada dell'inquisitore sono le linee. Mi ricorderò sempre la linea offensiva dei Dallas Cowboys di Aikman del '95: parecchi si ricorderanno sicuramente di quella squadra (oltre a Aikman sicuramente, Irvin e Smith, ecc.), ma io ricordo quella linea, che concedeva anche 10 secondi al qb prima di lanciare! E ricordo anche la partita di quell'anno contro i 49ers, con il "mio" Ken Norton che, superando quella linea da 10 secondi, fece un sack memorabile su Troy Aikman.

5. Quali consigli daresti ad un ragazzo alle prime armi con il football americano?

Ad un ragazzo che inizia consiglio di allenarsi e di metterci il cuore. Nessuno sport come questo premia chi sa mettersi in discussione, non si deve avere fretta, ma si deve lottare in tutti gli allenamenti per ottenere il meglio. Non tutti siamo uguali e non tutti abbiamo gli stessi tempi: se un coach ti tiene fuori, spesso non lo fa per motivi futili come il risultato,spesso il ragionamento è ponderato, e la preoccupazione è quella che in un campo da football americano, se non hai gli occhi anche dietro la testa, rischi seriamente di farti male. Il tutto si traduce in allenamenti duri, per poter crescere. Io vi dico di cominciare piano piano, magari negli special team, che non andrebbero sottovalutati ma anzi utilizzati dai giovani come trampolino di lancio per dimostrare le proprie doti, la propria grinta e soprattutto la propria voglia di essere lì, con la squadra e la propria " famiglia", formata dai compagni! Ciao a tutti!

                                        

Qui trovate il loro sito internet: www.dolphins.it

Qui invece la pagina Facebook:







sabato 7 febbraio 2015

Intervista con: Alex Erioldi e Alex Ferrari dei Giants Bolzano

1. Cosa ti ha spinto a scegliere questo tipo di sport?

Alex Erioldi: Una motivazione valida che mi ha spinto a scegliere questo sport, riguarda la mia infanzia: mio zio giocava a football e quindi sono cresciuto con questo mito del football americano e  quando ne ho avuto l'occasione ho provato e mi è piaciuto subito molto perché era diverso dai soliti sport come il calcio, pallacanestro e pallavolo a cui ci obbligavano durante le lezioni di educazione fisica.

Alex Ferrari: Il football americano ce l'ho nel sangue, sono cresciuto infatti in una famiglia dove sia mio padre che mio zio calcavano l'erba sintetica dello stadio Europa già da un po' come LB e DB rispettivamente. Mio padre vestiva il numero 53, numero che ora porto con orgoglio sin dai tempi della giovanile.

 
2. Quanto tempo ti occupa l'allenamento e a che età hai iniziato?

Alex Erioldi: Il mio l'allenamento si divide in 3 fasce: off-season pre-season e season.
Nella prima fascia (off-season) mi alleno 4/5 volte in palestra a settimana e 2 volte di atletica. In questa fascia la palestra è sovrana, lavoro con carichi pesanti e molte serie, invece le sessioni di atletica sono soprattutto di fondi.
La pre season invece viene dedicata soprattutto al campo con 5 giorni di atletica e 4 di palestra. Durante la season invece abbandono l'atleta e mi concentro più sulle tecniche e drill di gioco svolgendo 5 allenamenti a settimana sul campo e 3 in palestra, con un'attività con carichi meno pesanti.

Alex Ferrari: Ho iniziato 6 anni fa partendo con l'U18 passando poi per l'U21 e approdando infine in prima squadra. Penso che se si vuole giocare a questo gioco vi sia la necessità di impegnarsi seriamente al 110%. Buona parte del mio tempo la passo tra campo e palestra: solitamente svolgo 2 ore di agilità e velocità in campo seguite da 2-3 ore di pesistica al giorno, alle quali si aggiungono dai 3 ai 5 allenamenti sul campo con la squadra.

3. In che modo lo sport ti ha aiutato nella crescita personale?

Alex Erioldi: Mi ha aiutato nella crescita personale facendomi capire quanto importante sia fare sport non solo a livello fisico ma anche mentale, (rapportarti e interagire ) con altre persone che amano e praticano il tuo stesso sport; ti fa talmente legare a queste persone tanto da chiamarli “fratelli”. Questo credo sia la cosa più bella che puoi provare praticando questo sport.

Alex Ferrari: Lo sport in genere é un ottimo metodo di crescita e socializzazione. Il football americano ha poi qualcosa in più che altri sport non hanno: rispetto ad altri sport infatti qui si gioca come squadra, si scende in campo come squadra, si soffre, si vince o si perde come squadra. L'individualismo qui infatti non trova molto spazio. Il football insegna rispetto, fratellanza, umiltà e spinge costantemente a migliorarsi.

 

 
4. Se fossi un giocatore professionista chi vorresti essere?

Alex Erioldi: Non ne ho la più pallida idea, ci sono molti giocatori che stimo e apprezzo per le loro doti atletiche nella NFL ma non c'è un giocatore in particolare che vorrei essere.

Alex Ferrari: Se parliamo di giocatori che tuttora sono attivi sicuramente Tyrann Mathieu. Per svariati motivi ha saltato l'anno senior al college LSU ma é riuscito con impegno, umiltà e duro lavoro a rifarsi ed é infine stato draftato al terzo giro nel draft 2013 dagli Arizona Cardinals.  Come giocatore preferito in assoluto la scelta ricadrebbe sicuramente su Brian Dawkins: SS dei Philadelphia Eagles, 9 volte Pro Bowl primo giocatore a compiere: Sack, Intercetto, ForcedFumble e Td in un unica partita.



5. Quali consigli daresti ad un ragazzo alle prime armi con il football americano?

Alex Erioldi: Il mio consiglio è...se ti piace davvero il football americano ti devi allenare più che puoi, dovrai fare mille sacrifici ma ne varrà la pena...E appena puoi cerca di fare di tutto per andare a giocare in un college americano.

Alex Ferrari: Se parliamo di giocatori che tuttora sono attivi sicuramente Tyrann Mathieu. Per svariati motivi ha saltato l'anno senior al college LSU ma é riuscito con impegno, umiltà e duro lavoro a rifarsi ed é infine stato draftato al terzo giro nel draft 2013 dagli Arizona Cardinals.  Come giocatore preferito in assoluto la scelta ricadrebbe sicuramente su Brian Dawkins: SS dei Philadelphia Eagles, 9 volte Pro Bowl primo giocatore a compiere: Sack, Intercetto, ForcedFumble e Td in un unica partita.



E del sito internet: www.giantsbolzano.it



 

martedì 3 febbraio 2015

Ricetta: Tortino Cocco e Nutella di Peso


INGREDIENTI 

Per una torta da 24cm o 15/16 pirottini per muffin


  • 3uova
  • 200gr zucchero
  • 150gr farina 00
  • 150gr farina di cocco
  • 100gr burro
  • 1bustina di lievito
  • Mezzo bicchiere di latte
  • NUTELLA a volontà

PROCEDIMENTO


1- sbattere le uova con lo zucchero
2- aggiungere il burro, le farine ed il latte, mescolando, aggiungiamo per ultimo il lievito.
3- mettere in forno a 170/180 per 35/40 minuti controllando la cottura e la doratura della torta.
4- una volta sfornata spalmare a piacere con nutella e spolverare con la farina di cocco 


Buon divertimento e buon appetito